A pochi giorni dalla scadenza del mandato dei Commissari tecnici delle Nazionali azzurre, il Consiglio della Federazione Italiana Scherma riunitosi a Catania ha deliberato le nomine dei CT che guideranno il settore olimpico. Gli incarichi di Responsabili d’arma sono stati affidati a Dario Chiadò, riconfermato alla guida della spada, Simone Vanni per il fioretto, Andrea Terenzio per la sciabola maschile e Andrea Aquili per la sciabola femminile.

A tre anni dai Giochi di Los Angeles 2028, la Federscherma ha deciso di rivoluzionare il quadro dei tecnici e a far rumore è soprattutto la separazione con Stefano Cerioni, direttore tecnico del Fioretto maschile e femminile che è stato sostituito dal neo presidente Luigi Mazzone, dall’ex azzurro Simone Vanni, negli ultimi anni alla guida della squadra paralimpica con cui ha fatto incetta di trofei insieme a Bebe Vio.

Poche ore dopo l’annuncio della Federazione, il vulcanico Cerioni sul proprio profilo Instagram ha definito ingiusta la decisione che lo costringe a lasciare l’incarico di commissario tecnico del Fioretto e determinata più da ragioni di palazzo che meritocratiche: "Sessantaquattro medaglie d’oro, 42 d’argento, 46 di bronzo, 152 podi totali tra Coppa del Mondo, campionati Europei e Mondiali, e Olimpiadi. Questi sono i risultati della mia gestione alla guida del fioretto maschile e femminile dal 2021 fino agli ultimi trionfi nelle gare di Torino della scorsa settimana. Li rivendico nel momento in cui la Federazione ha deciso di non confermarmi nel ruolo di commissario tecnico. La vanità non mi appartiene, il lavoro sì. Voglio farlo per il rispetto morale e professionale che devo a me stesso e alle atlete e agli atleti, alle maestre e ai maestri e a tutti i componenti dello staff – nessuno escluso – che con il loro impegno e le loro capacità hanno contribuito al raggiungimento di traguardi che solo l’Italia può vantare nel mondo. La competizione fa parte della mia vita da mezzo secolo. In pedana o a bordo pedana cambia niente, perché il tentativo di battere l’avversario è una sfida che richiede studio, passione, tenacia, intelligenza, capacità e voglia di migliorare. Sempre. A patto però di avere l’avversario di fronte e non dentro casa. Ritengo ingiusta, sbagliata e illogica la decisione della Federazione di non confermarmi alla guida del fioretto maschile e femminile. Mi è stato detto che si tratta di una scommessa. Parola fuori posto in un contesto dove contano i valori dello sport nel senso più alto del termine. Valori che non contemplano giochi di potere o labirinti politici. Noi non abbiamo trovato il tesoro senza muovere la terra. Io, le atlete, gli atleti e lo staff abbiamo costruito e cementato un gruppo compatto e granitico che porta soddisfazioni e trofei a se stesso e all’Italia. Lo dico con orgoglio e senza falsa modestia: lascio il fioretto molto meglio di come l’ho trovato".

Il neopresidente Mazzone ha invece evidenziato come questi cambiamenti possono offrire ulteriori stimoli al movimento: "I cambi alla guida del fioretto e della sciabola non rappresentano certo una bocciatura a gestioni che hanno dato tanto alla scherma italiana, ma allo scadere dei rispettivi mandati abbiamo optato per un rinnovamento che, siamo certi, potrà dare ulteriori stimoli e nuove energie a tutto il movimento. Abbiamo analizzato in maniera serena, attenta e approfondita le situazioni delle tre armi, che hanno esigenze e specificità diverse. Proprio a seguito di queste valutazioni abbiamo ritenuto utile sdoppiare la guida della sciabola, dedicando maggiori investimenti e attenzione a un settore che trarrà sicuramente benefici con un CT dedicato al gruppo maschile e un altro al femminile. Ci siamo affidati a tecnici d’indiscussa qualità, convinti che le nomine di Simone Vanni per il fioretto, Andrea Terenzio per gli sciabolatori e Andrea Aquili per le sciabolatrici possano essere un valore aggiunto per le rispettive specialità, portando esperienza ed entusiasmo. Per la spada abbiamo invece scelto la linea della continuità, certi che il percorso intrapreso da Dario Chiadò, che ha toccato l’apice con l’oro olimpico di Parigi, possa regalarci ancora tante soddisfazioni".

Simone Vanni diventa quindi CT del fioretto olimpico chiudendo l’esperienza durata 10 anni da Responsabile d’arma del team paralimpico, che gli ha regalato tanti successi con Bebe Vio & Co. nell’arco di tre edizioni dei Giochi: “Un grande grazie a tutti i maestri, i componenti degli staff e soprattutto gli atleti che mi hanno accompagnato e aiutato a crescere nel mio percorso paralimpico. È stato un decennio indimenticabile”.

E proprio dalla scherma in carrozzina arriva – tra i tanti – il messaggio dell’azzurro Matteo Betti, medagliato a Parigi 2024, sul valore di questa scelta nel percorso della FIS quale Federazione integrata ormai da quasi tre lustri: “Un Commissario tecnico di una Nazionale paralimpica va a guidare una Nazionale olimpica, è una cosa che non passa inosservata. Non so se sia mai successo prima, ma sono felice se ancora una volta è il mio sport ad aprire la pista”.

Queste le dichiarazioni del neo CT del fioretto azzurro, 46 anni pisano che debutterà nella tappa di Coppa del Mondo sia maschile che femminile a El Cairo, dal 6 al 9 marzo: “Ho accolto la nomina con infinita emozione, ma anche con tanto orgoglio per la fiducia affidatami dalla Federazione. Sento senz’altro la responsabilità d’ereditare un fioretto vincente da Stefano Cerioni, che ringrazio per il grande lavoro che ha svolto. Sono pronto a vivere questa nuova importantissima tappa del mio percorso perché la Nazionale di cui prendo la guida è un patrimonio per la scherma e per lo sport italiano. Abbiamo un gruppo di atleti fortissimi e sono certo che potremo crescere ancora. Ho le mie idee, e le ho molto chiare: vorrò impostare una Nazionale che sia aperta ai giovani maestri, agli atleti emergenti e che possa valorizzare tutti lavorando con la collaborazione di tante persone”.

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