Inutile girarci intorno, non è andata come speravamo. L'Italia della scherma conclude le Olimpiadi di Parigi con l'argento del fioretto maschile a squadre, battuto in finale dal Giappone campione del mondo in carica e numero uno del ranking mondiale. Non è andata come sperava l'Italia sportiva incollata alla tv che tifava per l'oro, non è andata come sperava Alessio Foconi che era rimasto in panchina durante i quarti con la Polonia e in semifinale con gli Stati Uniti a causa del particolare regolamento olimpico che consente una sola sostituzione e che lo ha proiettato in pedana solo all'ottavo assalto della finale contro Nagano. Non è andata come si aspettava la città che fremeva sin dal primo pomeriggio per vedere il suo campione.

Detto questo, lo 0-5 nell'ottavo e penultimo assalto che di fatto ha spalancato ai giapponesi le porte dell'oro olimpico non cancella le grandi qualità di Foconi. Non cancella l'indomito spirito di squadra emerso con forza a partire dall'abbraccio consolatorio dei compagni a un Alessio in lacrime. E non cancella l'importanza di un risultato storico per lo sport della nostra città. La medaglia olimpica di un atleta ternano mancava da ben 76 anni, cioè dall'oro di Renato Perona nel tandem in coppia con Ferdinando Terruzzi a Londra nel 1948. Mentre cento anni fa esatti, nell'edizione 1924 sempre a Parigi e proprio nella stessa magnifica e suggestiva atmosfera del Grand Palais, l'arronese Guido Balzarini vinceva l'oro nella sciabola. Poi per trovare un ternano anche solo ai bordi del podio olimpico bisogna arrivare fino a Barcellona 1992 con il quarto posto di Roberto Chiappa nel ciclismo su pista. La storia ternana ai Giochi si completa con l'argento nella sciabola individuale e il bronzo a squadre di Chiara Crovari alle Olimpiadi giovanili in Cina nel 2014 e con il bronzo di Riccardo Menciotti alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 nella 4x100 mista di nuoto. Per questo l'argento di Alessio, bersagliato in queste ore sui social da hater e divanisti dello sport, pesa tantissimo.

Pesa ancora di più perchè se è vero che Foconi è stato utilizzato con il contagocce, è innegabile che l'argento sia frutto di un percorso cominciato molto prima di quel primo posto in Coppa del Mondo a Torino nel 2016, di fatto il punto di svolta della carriera di Alessio. Pesa perchè arricchisce una bacheca infinita: campione del mondo individuale nel 2018 ed europeo nel 2019; campione del mondo militare nel 2017; campione del mondo a squadre nel 2017, 2018 e 2022; campione alla prima edizione dei Giochi Europei nel 2015, quattro volte campione italiano nel 2013, 2017, 2023 e 2024; numero uno del ranking mondiale dal 2018 al 2021 e vincitore per tre volte della Coppa del Mondo di specialità. E perchè nell'abbraccio dei compagni, nello scherzare sul podio con la medaglia al collo nonostante mille pensieri, nelle parole pronunciate nelle interviste dopo la premiazione, c'è l'immagine migliore dello sport praticato ad altissimi livelli e che molti non conoscono e non possono nemmeno immaginare. Nei volti di Marini, Macchi e Bianchi stretti vicino ad Alessio che si sente distrutto per l'esito della sua prova, c'è il vero spirito di squadra dove stima, sostegno reciproco ed empatia vincono sulla tanta delusione per il mancato oro.

Come ha scritto il presidente del Circolo Scherma Terni, Alberto Tiberi: "Partecipare alle Olimpiadi rappresenta il culmine della carriera di qualsiasi atleta, un'opportunità rara che solo pochi riescono a vivere. Essere scelto come riserva nella squadra di fioretto maschile significa già aver raggiunto un livello di eccellenza e dedizione straordinario. Entrare in un incontro e perdere con un punteggio netto può essere un duro colpo per l'orgoglio, ma è fondamentale ricordare che il valore di un atleta non si misura da una singola performance. La vera forza di un campione risiede nella capacità di sostenere e supportare la squadra, anche nei momenti difficili. La medaglia d'argento è il frutto di un lavoro di squadra, in cui ogni membro ha contribuito con il proprio impegno, sacrificio e determinazione. Nonostante la sconfitta personale, il nostro Alessio può camminare a testa alta, sapendo di aver fatto parte di un gruppo straordinario che ha raggiunto un traguardo stupendo. La sua presenza, il suo allenamento e la sua dedizione hanno contribuito a creare l'energia e lo spirito necessari per conquistare una medaglia meravigliosa".

Infine, le parole di Alessio Foconi in cui c'è la grandezza, umana e sportiva, di un campione che come pochi altri ha saputo portare per anni il nome di Terni in cima al mondo: "Nell'abbraccio finale che vi siete detti? Che siamo una squadra, devo dire che non potevo avere vicino ragazzi migliori di loro. Dagli spalti c'era un altro componente della squadra, Daniele Garozzo. Abbiamo formato un grande team. Non posso che ringraziare questi ragazzi perchè se io ho questa medaglia insieme a loro è tanto tanto tanto merito loro".

L'argento, per come è venuto, adesso può avere un sapore amaro. Ma certamente tra qualche giorno anche Alessio saprà goderlo a pieno. Perchè è l'ennesima medaglia di una carriera strepitosa che da anni rende orgogliosa un'intera città. Il suggello di un campione straordinario e di un ragazzo umile, sempre gentile e disponibile. Che ha sempre saputo affrontare di petto le difficoltà sia in pedana che fuori con il sorriso. Haters e divanisti dello sport, dopo la bile versata sui social, possono placidamente attendere di sfogarsi con il prossimo ternano che, speriamo presto, sarà capace di essere protagonista alle Olimpiadi.




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