Nel manuale “Rizzolo” compare, fra le altre, la voce "momento di ristoro". Ci rivolgiamo al tecnico biancorosso per capire che cosa c’azzecchi detto termine con il lavoro da allenatore:
“Beh, è una nostra prerogativa. Potranno batterci sul campo ma nel mangiare la pole position non ce la toglie nessuno – risponde con un sorriso. In realtà è una cosa bella, un momento d’aggregazione per ricordare compleanni o altre celebrazioni che viviamo molto bene, in modo molto unito, con preferenza per il salato (pizza number one. n.d.r.)”.
L’allenatore sul piano squisitamente gastronomico com’è messo:
“ Mi piace mangiare e non lo nascondo, anche, perché, i chiletti in più si possono notare facilmente”
Veniamo al campionato. Mettendo da parte i se e i ma, considerando come alla fine subentri sempre o quasi la compensazione, che valutazione fai dei 24 punti al giro di boa:
“ Per quanto visto in campo rispondo ‘molto bene’. Se, poi, andiamo a osservare le varie contingenze (infortuni-squalifiche-ecc.) o come non essere riusciti, in certe partite, a completare il buon lavoro con il quale le avevamo iniziate, ti dico che almeno qualche punticino ci manca. Però è qualcosa che ci può stare perché è parte del naturale processo di crescita della squadra. Quanto fatto è merito di tutti e ne siamo contenti, al tempo stesso dovremo essere preparati e pronti a spingere in un girone di ritorno senz’altro più difficile rispetto alla prima metà di campionato. Concludo e dico che, a oggi siamo in linea con il progetto iniziale nel quale avevamo previsto di mettere al coperto più legna possibile”.
La qualità del campionato è simile a quella dell’anno scorso o la trovi modificata?
“ Il livello ha fatto alzare l’asticella. Primo, un under in meno fa già un po’ di differenza. Poi, mi sembra più numeroso il gruppo di squadre costruite per puntare in alto. Non escludo neppure la stessa Fezzanese. Benché in fondo alla graduatoria non l’annovero squadra materasso a differenza delle tre, quattro compagini definibili in tale modo nella stagione scorsa. La classifica rende il concetto ancora più trasparente per il minimo scarto che c’è tra formazioni in zona playoff e quelle in fondo. La forbice si è notevolmente ristretta. La graduatoria attuale, in questo caso sbagliando, non può tener conto del valore potenziale di Ostia Mare, Flaminia lo stesso Siena tutte e tre con tante possibilità di rientrare presto nel gruppo”
Hai menzionato gli under. Il progetto Orvietana prevedeva l’utilizzo di ragazzi esclusivamente prodotto del vivaio. In seguito, è stato inserito, come si è detto forzatamente, qualche emendamento. Le tue considerazioni a metà percorso?
“Dobbiamo vedere le situazioni interne a ciascuna Società. Quanto a noi, mi trovi perfettamente allineato con quanto affermato dal Presidente, Roberto Biagioli quando dice che gli investimenti fatti sul settore giovanile li può ripagare soltanto la collocazione stabile nella prima squadra di ragazzi con tutta la trafila di categorie giovani alle spalle. Ha pienamente ragione, considerando la struttura dell’Orvietana e le potenzialità della città almeno per i collegamenti che ha con il calcio. Inutile avventurarsi in voli pindarici, ragion per cui ci siamo adeguati seguendo le direttive qualche modifica almeno all’inizio. In seguito, è sorto qualche problema, non prevedibile, con l’impossibilità di ricoprire ogni ruolo con una doppia figura. Comunque, stiamo utilizzando un buon numero di under e questa è cosa molto buona”.
Torniamo a Rizzolo e al suo mestiere. In una settimana, qual è la notte nella quale ti è concesso dormire un sonno più profondo?
“ Allora, se fai il risultato dormi bene il lunedì sera. Questo, perché la domenica c’è ancora in circolazione l’adrenalina indipendentemente dall’esito della partita. Altrimenti, per riposarti come si deve aspetti il periodo che va da maggio a fine giugno, anche se poi il telefonino inizia già a squillare molto prima”.
Da inizio campionato a oggi c’è stata una notte particolarmente insonne?
“ La più difficile, senza dubbio la domenica sera, dopo la partita con il Seravezza (3 – 4 in casa) nella quale avevamo giocato una gran partita e siamo stati letteralmente scippati del risultato buono per cause diciamo esterne ai giocatori. Metabolizzare la sconfitta è stato difficile per tutti noi. Fortuna, aver giocato subito l’infrasettimanale vincendo sul campo del Flaminia. Quella notte non ho chiuso occhio.
Ce n’è stata nessuna passata tutta abbracciato a Morfeo?
“ L’ultima, dopo il successo sul Trestina. Avevamo battuto una diretta concorrente, la vittoria era anche servita per ridare serenità all’ambiente e trascorrere la festa degli Auguri in allegria Insieme al popolo biancorosso e con il pensiero a qualche giorno di vacanza da poter passare tranquillamente”.

A proposito di serenità. Siamo qui tranquilli, cosa difficile a ripetere la domenica quando sei in panchina dove dai la sensazione di sentire molto la partita. Capitava anche da giocatore?

“ No. Da giocatore predomina sempre l’io. Dunque, se sei stato autore di una buona prestazione, da attaccante meglio se hai fatto anche goal eri già appagato e disteso. L’allenatore sposa la causa che è di tutti, pubblico, squadra, società, sente il carico delle responsabilità e ne è partecipe. Importante non oltrepassare le righe. I grandi maestri incontrati mi hanno insegnato a mantenere il controllo. Perché, dicevano, i giocatori, dal campo si affidano al tuo atteggiamento”.

A 53 anni come allenatore ti valuti completo?
“ Come detto in altre circostanze io non sono qui perché ambisco a…. Sono una persona che desidera vivere dove si trova bene. Essere a Orvieto, da un anno e mezzo, per me significa essere in una grande e bella famiglia, dove esistono valori importanti per sentirsi gratificato e nello stesso modo responsabilizzato (Nemo profeta in Patria). E’ umano custodire qualche ambizione, esaudibile sempre e soltanto attraverso il lavoro. Sto vivendo bene questo momento, sono felice di aver fatto questa scelta come lo sono stato fin dal primo momento".

Foto di Emanuele Ubaldi

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