"C'erano idee diverse nella gestione dell'area tecnica. Non sono importanti i motivi per cui abbiamo passato una notte movimentata. E' molto importante l'unico motivo per cui sono rimasto, cioè la squadra". Con queste parole Ignazio Abate chiude definitivamente la paradossale nottata (quella di giovedì) vissuta con l'improvviso esonero da parte del presidente D'Alessandro e poi la marcia indietro dello stesso numero uno della società dopo il confronto con la squadra schierata in blocco al fianco del tecnico.

"Stiamo bene, aspettiamo la risposta dal campo domani sera contro l'Arezzo - esordisce Abate - quello che è successo l'altra sera avrebbe affossato chiunque, mi piace pensare che a noi cementi ancora di più per creare qualcosa di bello".

In sette mesi Abate ha attraversato un cambio societario, due direttori sportivi, tre direttori operativi, due punti di penalizzazione, un esonero poi rientrato. Mancano solo le rane che piovono sulla città: "Sono arrivato tra lo scetticismo generale, come normale che fosse. Ho detto sin da subito che sarei venuto con l'elmetto a fare il meglio possibile per la piazza. Siamo in una fase delicata del campionato, nelle prossime 6-7 partite si deciderà".

Poi il tecnico spiega il suo pensiero sulla vicenda e sui rapporti con il presidente D'Alessandro che lo ha prima esonera poi confermato sulla panchina dopo il confronto notturno con la squadra unita con Abate: "C'erano idee diverse nella gestione dell'area tecnica, non sono importanti i motivi per cui abbiamo passato una notte movimentata. E' molto importante l'unico motivo per cui sono rimasto, cioè la squadra. Quando sono uscito dallo stanzino a bere un bicchiere d'acqua, ho visto che erano tutti lì. Se me ne fossi andato li avrei traditi. Questa è una cosa che ricorderò per tutta la vita. E' una forma di responsabilità ancora più grande nei confronti della piazza. Abbiamo sempre lavorato per il bene comune. Come loro si sono stretti intorno a me, chiedo a tutta la piazza di stringersi intorno ai ragazzi. Sappiamo cosa ci aspetta da qui in avanti. Io il mio campionato l'ho già vinto, vivo di sentimenti e di relazioni umane. Quello che mi hanno trasmesso va al di là del calcio. Adesso abbiamo le basi per vincere il campionato, ma nel calcio vince solo uno. Credo che tutta la città si rispecchi in questo gruppo che sputa sangue la domenica e indossa con grande senso del dovere questa maglia. Se la squadra riuscirà a fare blocco come l'altra sera credo che per l'Arezzo sarà difficile fare punti".

I quattro appena arrivati sono disponibili? E poi sulla lista: "Tutti disponibili, stanno bene. In lista c'è Romeo, non vogliamo toglierci la possibilità di reintegrare qualcuno come Damiani che sta bruciando le tappe. Ci teniamo uno slot aperto per decidere con tranquillità".

Partita complicata per vari motivi: "L'Arezzo è una squadra di valore assoluto soprattutto dal centrocampo in avanti. Hanno cambiato allenatore da poco, partiranno forte e vorranno gettarsi nella mischia per tornare in alto. Dobbiamo essere pronti a tutto per vincere questa partita".

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