Un ternano agli Europei di calcio in Germania: Luca Laurenti, ormai da 7 anni nello staff tecnico nella nazionale dell’Albania come preparatore atletico ha raccontato in un'intervista al Corriere dell'Umbria le sensazioni provate nel corso delle tre gare del girone eliminatorio disputate da Aslani e compagni. “E’ stata una bellissima esperienza – ha raccontato Laurenti - una delle più emozionanti mai vissuta a livello professionale. Certo c’è un po’ di rammarico perché nello sport quando perdi non può essere altrimenti, ma anche la consapevolezza di aver dato tutto ed essere arrivati a partecipare a un evento così importante. Eravamo in un girone difficile, ma la squadra ha provato a fare il proprio gioco, ad affrontare le partite secondo le proprie caratteristiche”. Sulla partita d’esordio con l’Italia: “A Dortmund un’emozione particolare, eravamo sotto il settore dove c'erano i miei amici arrivati da Terni a fare il riscaldamento, li sentivo e sono momenti che difficilmente dimenticherò. C’è stato l’inno di Mameli, sempre bello sentirlo in contesti così suggestivi. Poi il fischio iniziale dell’arbitro e ti senti parte della squadra per cui lavori e pensi al meglio per il tuo gruppo. Con la Croazia siamo andati più vicini alla vittoria, è stata una partita molto avvincente, con un’alternanza di emozioni. Si sa il calcio vive di episodi e non siamo riusciti a portarli dalla nostra parte, come era nelle nostre possibilità”. Ha poi parlato del futuro: “Con la Federazione parleremo a breve di rinnovo, c’è già un accordo verbale. Con la prospettiva del prossimo Mondiale del 2026, qualificarci sarebbe la classica ciliegina sulla torta. Nella marcia di avvicinamento però prima, alla ripartenza, ci sono gli impegni della Nations League e l’obiettivo ovviamente è di fare bene anche in questa competizione. In questo staff mi trovo bene, non ci sono difficoltà nel capirci, italiano o inglese non c’è problema. Il CT Sylvinho ha lavorato con Mancini all’Inter, è uno staff tecnico multietnico con tre italiani, brasiliani, argentini (tra cui Zabaleta e Doriva che ha giocato in Italia con la Sampdoria, n.d.r.) e naturalmente albanesi. E’ un mix anche culturale molto bello, che arricchisce”. Il focus sulle condizioni fisiche dei calciatori: “Il rischio che in queste competizioni qualche giocatore arrivi stanco c’è. Dopo oltre 60 partite in stagione a ritmi elevati, può anche essere normale un periodo di affaticamento. Non mi piace però parlare del lavoro dei colleghi, se non positivamente. Noi abbiamo lavorato tanto nei giorni di ritiro a Tirana e in Austria successivamente. E’ stato un lavoro di gruppo questo sì, ma anche sul singolo calciatore. Abbiamo professionisti che giocano in diversi campionati, in altri paesi, il caso più eclatante poi è quello di Djimsiti che ha terminato il campionato di serie A con l’Atalanta il 2 giugno con il recupero della partita con la Fiorentina. Da qui l’esigenza di stilare anche dei programmi di lavoro, mirati, personalizzati”.
Luca Laurenti, 35 anni, per due stagioni ha lavorato nel settore giovanile della Ternana come preparatore dei Giovanissimi nazionali e come preparatore della Primavera, svolgendo contemporaneamente il ruolo di secondo preparatore e recupero infortunati in prima squadra. A portarlo in Albania nel 2017 l'ex commissario tecnico Christian Panucci (che nel frattempo era subentrato a De Biasi come allenatore della nazionale), conosciuto proprio ai tempi della breve parentesi in rossoverde. E’ rimasto poi con i successori dell’ex difensore, prima Ervin Bulku, poi Edoardo Reja fino all’attuale CT, il brasiliano Sylvinho.

Nella foto: Luca Laurenti al Westfalenstadion

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