L'alpinista trentino Michele Fait è morto la scorsa notte mentre stava tentando la discesa estrema sugli sci del K2. Di lui si erano perse le tracce martedì, ma solo questa mattina la notizia è rimbalzata prima sui blog di altri alpinisti impegnati nella scalata della vetta himalayana, poi la conferma ufficiale arrivata ai familiari dell'alpinista. Secondo le prime informazioni, Fait è precipitato in un canalone con gli sci: la scena è stata vista anche dal campo base, tanto che subito alcuni alpinisti hanno cercato di avvicinarsi al punto dell'incidente. Poi, la tragica conferma: il corpo di Fait era ormai senza vita. Lo scalatore roveretano aveva già compiuto, con successo, un'analoga impresa sul monte Everest e il suo nome è legato anche alla tragica fine dell'alpinista ternano Stefano Zavka.

Fait era stato infatti compagno di cordata di Zavka nel 2007, nella spedizione Mountain Freedom. Fait dovette rinunciare a 500 metri dal traguardo mentre Zavka insieme a Mario Vielmo, e prima di loro il capo-cordata Daniele Nardi, riuscirono nell'impresa di arrivare agli 8611 metri della vetta. Purtroppo, mentre Nardi e Vielmo riuscirono ad arrivare al campo base, di Zavka si persero le tracce.
Qui il racconto di Fait proprio di quei drammatici momenti. Stavolta il K2 non ha lasciato scampo nemmeno a lui, riservandogli lo stesso amaro destino due anni dopo Stefano.